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Inclusioni – Sinergie di linguaggi

Fare arte è un’esigenza irrefrenabile, umana, ricca di dimensioni che espandono la percezione, il pensiero, il cuore.
Fare arte insieme amplifica ogni sollecitazione, ogni possibilità di stupore e di risposta da parte di chi osserva, si diverte, coglie aspetti estetici e dell’arte si nutre scoprendo il gusto di ogni espressione.
Firenze offre lo spazio di una mostra per realizzare un’esperienza, mettere in mostra un collettivo di artisti che con diversi linguaggi sanno declinare sapienza e sensibilità, gioco e serietà, piacevolezza e riflessione in un contesto nuovo, aperto e molteplice, luogo di incontri inaspettati.
La galleria apre a tanti visitatori di vicini monumenti storici e solenni, il dialogo necessario con la storia e con la vita: tra la maestosità del Duomo e la solennità di palazzi secolari, la contemporaneità parla il linguaggio di un’estetica senza tempo. Una grande occasione per accostare la magnificenza del noto alla freschezza di nuove voci che si affiancano
alle poderose pietre di una sofisticata architettura, al marmo, alle memorie. Una nuova storia che si sta scrivendo oggi, attraverso vite dedicate all’arte, all’espressione secondo nuovi e diversi canoni in una città che difende sé stessa, la propria memoria con orgoglio, eppure cercando ponti che la portino al presente, perché del presente ha bisogno per mantenere viva la forma che meglio la rappresenta nel modo, la forma dell’arte.
Inclusioni, secondo infiniti percorsi. Una mostra con possibilità di espansione e di interpretazione senza limiti, oltre i confini, oltre le diverse origini degli artisti provenienti da culture, storie personali e professionali
diverse che restituiscono complessità di visioni, di prospettive, di nuove direzioni a un fare che segue un processo costruttivo intenso, fortemente voluto, cercato e ricercato.
Insieme: Bono, Capozzi, Ferro, Fiore, Molinario, Romani, Xhixha intrecciano poetiche. Forme, volumi, colori riflettono la contemporaneità.
Guardiamo e ci interroghiamo, allacciamo memorie, significati, emozioni. La tela fissa in momenti estatici le figure di Pako Bono, il bronzo lucido riflette la luce che avvolge i movimenti delle sculture di Angela Maria Capozzi, i colori delle tele di Davide Ferro tolgono il velo dell’abitudine al quotidiano; mentre la materia di Enzo Fiore ci trasporta in sogni di natura, l’espressionismo di Fabrizio Molinario sottolinea distorsioni prospettiche, Massimo Romani rinnova la pittura a olio sublimando iconografie antiche e recenti, Ilirjan Xhixha smalta l’acciaio con colori sgargianti per mettere in relazione forme e ambiente con azioni e installazioni.
Fare è anche mettersi in relazione come ascoltatori, osservatori, ammiratori dell’espressione che muove ulteriori energie contro l’immobilità, anche sollevando tensioni che sempre portano a un risveglio e al rinnovamento, inarrestabile del fare arte.
Maria Gabriella Lerario